Quando ero bambina, la primavera non aveva né un giorno né un colore. Quando i primi caldi rimpiazzavano le giornate grigie e fredde della mia città e il balcone non bastava più ad assaporarle, uscivo fuori, in strada o in cortile, per riappropriarmi di spazi a lungo negati che diventavano tutti per bambine e bambini come me. Le strade non erano trafficate come lo sono ora e le voci dei bambini si sentivano ancora, allegre e moleste. Risuonavano in mezzo alle case, negli androni, nei cortili condominiali e nei parchi della mia, allora molto più verde di adesso, città. Sono le memorie dal mio quartiere, ricordi che affiorano alla ricerca dei segni di un tempo che non c’è più e che ha lasciato segni profondi dentro di me. Segni che ancora riconosco, nonostante gli anni che…
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Memorie dal mio quartiere
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