Si è chiuso il 2024, l’anno che per le boutade salviniane avrebbe dovuto vedere l’inizio dei cantieri per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Invece le varie scadenze promesse sono ben lungi dall’essere state mantenute, se non quelle raggiunte per forzatura politica e non certo per possibilità tecnica. Questo ci preoccupa, perché è ormai chiara l’arrogante volontà di questo governo di procedere verso l’avvio dei cantieri, nonostante non ci siano certezze tecniche o economiche, anzi, i pareri allarmanti emessi da esperti certo non qualificabili come ideologicamente “No Ponte” demoliscono l’impianto ingegneristico e strutturale dell’opera. Rimane però l’urgenza di dare risposte alle lobby del cemento, anche a costo di…
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