Sin dall’invenzione dei computer, è sorto un lungo e ricco dibattito, sia in termini di oggettiva praticabilità sia di principi etici, riguardo all’utilizzo della tecnologia nell’ambito dell’amministrazione della giustizia. In questo contesto dunque, risultano di notevole importanza le due sentenze del Consiglio di Stato, l’organo al vertice della Giustizia Amministrativa, depositate lo scorso 13 dicembre.
Queste decisioni infatti hanno un’immensa portata innovativa, in quanto ammettono per la prima volta nel nostro paese la possibilità di utilizzare algoritmi dettati da specifici software anche nell’espletamento dell’attività discrezionale da parte della Pubblica Amministrazione.