Ho sempre avuto una predilezione per i numeri dispari. Nella simmetria estetica e fisica in cui tento di vivere da sempre, costringendomi a rocambolesche esibizioni di proporzioni e ricerca degli equilibri in ogni ambito della mia vita, i numeri dispari rappresentano per me il disordine da ripristinare, il caos generato dopo lo statico equilibrio, la dialettica tesi-antitesi-sintesi riprodotta all’infinito. Così mi è un po’ più faticoso del solito abbandonare la culla dei 51 anni per abbracciare i 52. Si dirà che dopo i cinquanta il peggio è passato (o deve ancora venire, a seconda dei punti di vista), ma io affronto la “fase” con la speranza che un cambiamento è sempre possibile, anche durante la mezza età. Per me dunque questi 52 sono…
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